Chiesa della Santa Croce
1693-prima metà sec. XVIII
Dal 30 luglio al 15 agosto sarà aperta solo la Domenica alle ore 18:00 fino a messa conclusa
L’assenso a fondare nell’Antiqua Abola il Convento dei Cappuccini e la Chiesa della Santa Croce fu dato nel 1579 dal Capitolo Provinciale dell’Ordine. La loro erezione ebbe inizio nel 1580 per volontà del popolo e di Maria de Marinis, vedova di Giovanni II d’Aragona Tagliavia e tutrice del figlio Carlo junior, erede del Marchesato di Avola. Gli edifici furono costruiti «circa duecento passi» fuori dall’abitato e sulla strada regia che collegava l’area urbana agli altri centri dell’altipiano ibleo.
Sulle loro rovine, dopo il terremoto del 1693, si realizzò l’Eremo di Santa Maria delle Grazie. Nella nuova città il convento francescano fu collocato, in posizione isolata e in direzione N-O, all’esterno del centro urbano disegnato, con pianta esagonale, da Angelo Italia. La chiesa, costruita nella più rigorosa semplicità, ebbe l’affaccio su un ampio piano adibito a fiere e denominato dapprima “dei Cappuccini”, poi Piazza F. Crispi. L’interno del tempio, a navata unica e con cappelle gentilizie sul lato destro, è stato luogo di sepoltura fino a metà del sec. XIX.
Di eccellente fattura è l’apparato ligneo dell’altare maggiore. Sulla sacra mensa si impone la Custodia eseguita, nell’antico convento, dal padre cappuccino Giuseppe da Ragusa (1610-1673), negli anni compresi tra il 1667 e il 1670. L’esperto frate la realizzò, con pregiati legni, su tre ordini sormontati da cupoletta a bulbo. Gli elementi architettonici che la compongono sono decorati a intarsio e a rilievo: di gusto barocco, ma rinascimentale nell’impostazione, essi evidenziano protomi di cariatidi e, nei fregi e sulle colonnine tortili, tralci di elementi vegetali. Cinque statuette, acquistate a Palermo nel 1692, ornavano fino al 1984 le nicchie. Sulla parte soprastante l’altare è il polittico con la grandiosa cornice centrale eseguita anch’essa da fra’ Giuseppe, per fare da ornamento all’Esaltazione della Santa Croce: tela di grande pregio di fine Cinquecento attribuita (R. Cannatà) al pittore fiammingo Franz van de Kasteele, attivo a Roma con il nome italianizzato Francesco di Castello.
Il quadro, di complessa lettura, riprende un disegno del francese Nicolas Béatrizet del 1557 e pone al centro la Santa Croce e, ai lati, dodici personaggi in adorazione. A sinistra di chi guarda, in secondo piano, sono le sante Radegonda, Paola Romana, Elena; in primo piano Caterina d’Alessandria, Maria Maddalena, Maria Vergine. Sulla destra sono rappresentati i santi Costantino, Ugo certosino, Luigi IX di Francia, Paolo, Girolamo e Pietro, con chiavi e veste papale. Le due cornici laterali del polittico contengono i dipinti, sontuosamente barocchi, di Santa Venera e Santa Lucia; nei riquadri sottostanti sono i ritratti di San Francesco e San Corrado.
Le cappelle custodiscono l’Estasi di san Francesco, opera del 1706 firmata dal pittore Giuseppe Sequenzia di Noto, San Felice di Cantalice, l’Annunciazione. Sulla parete sinistra della navata è la tela del ‘700 raffigurante San Vito, riferibile a Costantino Carasi. Il convento, soppresso nel 1866, fu acquisito nel 1877 dal Comune di Avola, che vi istituì l’Ospizio-Ospedale; la chiesa rimase aperta al culto perché di particolare devozione e per i suoi pregi artistici.
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