Chiesa di S. Giovanni Battista
Iniziata nel 1701; riprogettata e definita 1772-1852
Aperta tutti i giorni: mattina 8-12 / pomeriggio 17.30-20
Telefono: 0931821041
La Chiesa di S. Giovanni Battista, attestata dal 1498 nel quartiere Troncello dell’antica Avola, fu distrutta dal terremoto del 1693. In essa, nel 1602, si era costruita la cappella del beato eremita Corrado Confalonieri (da Piacenza), nella quale, dal 1621, si custodiva una sua reliquia.
Nella nuova città, dalla geometrica planimetria esagonale, la chiesa venne edificata lateralmente all’ex Piazza di S. Giovanni Battista (Piazza Trieste), in prossimità di Porta Siracusa e all’inizio dell’ex Strada Corso (Corso Vittorio Emanuele).
La sacra struttura diede nome a uno dei quattro quartieri in cui fu diviso il nuovo abitato. I lavori, intrapresi nel 1701 dal magister Michelangelo Alessi di Siracusa, non furono conclusi per difficoltà finanziarie. Quanto costruito fu ceduto nel 1723 ai Padri Gesuiti, che tennero, fino al 1729, una scuola di grammatica. Nel 1744 la chiesa fu ridefinita e poté accogliere il prezioso reliquiario del sec. XVII contenente l’osso della nuca del collo del beato Corrado, le statue dello stesso eremita e di S. Giovanni Battista, opere salvatesi dal sisma.
Per problemi statici l’edificio nel 1772 fu demolito, ricostruito dalle fondamenta e ingrandito. Il disegno della nuova struttura si deve a Giovan Battista Santoro (Avola 1754-1832), Capo Mastro delle Fabbriche della città. Il discontinuo apporto di rendite consentì di realizzare in modo eccellente solo il primo ordine della facciata, la parte centrale del secondo, e di definire, nel 1852, l’interno della chiesa.
Le tre ampie navate del tempio presentano decori a stucco in stile neoclassico. L’altare maggiore, del medesimo stile, è adornato da preziosi marmi policromi e dalla grande tela del ‘700 raffigurante il Battesimo di Gesù nel Giordano. Le pitture della volta della navata centrale narrano episodi della vita del santo titolare e furono eseguite da Gregorio Scalia (San Gregorio di Catania 1844-Avola 1922) con tempere su intonaco “a secco”. Per gli altari delle navate laterali lo stesso pittore dipinse Sant’Alfonso de’ Liguori (1869), la Sacra Famiglia (1870), il Martirio di santa Lucia (1872), San Gaetano da Thiène (1874) e una copia della Consegna delle Chiavi di Giuseppe Patania.
Nella chiesa, come nell’antica Abola, si edificò la cappella dedicata al beato Corrado, protettore della città assieme a s. Venera. Situata a destra del presbiterio, la cappella fu costruita nel 1850 da Dorotea Sirugo Interlandi, principessa di Bellaprima, per eseguire le volontà testamentarie del padre Corrado Sirugo, barone di Meti e Santa Domenica.
Ai primi decenni della seconda metà del Seicento sono attribuibili i cinque dipinti su tela con le Storie di San Corrado. L’interessante ciclo pittorico rappresenta Corrado scagiona l’innocente, Il commiato dalla moglie Eufrosina, La tentazione di Satana, Il miracolo dei pani caldi offerti al Vescovo di Siracusa, Il miracolo della carne tramutata in pesce. L’attuale statua lignea del beato Corrado, dismessa quella originale del 1602, fu realizzata nel 1874 dallo scultore Raffaele Abbate di Napoli. Nella chiesa è di particolare pregio l’organo a canne, situato in controfacciata sulla cantoria.
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