Chiesa dell’Annunziata o Badia
1697-1715; riprogettata e costruita 1753-1777
Aperta tutti i giorni dalle ore 8:30 alle ore 11:00
Il Monastero e la Chiesa della Ss. Annunziata furono fondati nel 1532 nel quartiere più alto dell’antica città, detto di Suso o del Castello, per volere del marchese di Avola Giovanni d’Aragona Tagliavia, su licenza di papa Clemente VII. Distrutti dal terremoto del 1693, i due edifici furono ubicati nell’isolato posto sull’angolo N-O del nuovo impianto urbano. L’undici marzo del 1697 si pose la prima pietra e nel 1702 il monastero benedettino accolse le religiose sopravvissute al sisma; presto però si rivelò inadeguato, per cui il dormitorio e la chiesa nel 1715 risultano rifabbricati.
A metà del Settecento la badessa Gertrude Azzolini decise di ricostruire la chiesa in altro sito dello spazio conventuale e secondo i dettami dell’architettura barocca. I lavori della facciata, progettati nel 1753 e iniziati nel 1754, si conclusero nel 1769.
Il prospetto, fra i più belli e significativi della ricostruzione post-sismica del Val di Noto, è attribuibile all’architetto Rosario Gagliardi (Siracusa 1688?-Noto 1762). L’insieme, con il partito centrale convesso e i laterali concavi, di ascendenza borrominiana, presenta colonne con capitelli ionici e corinzi. La verticalità dell’edificio trova equilibrio formale nelle possenti trabeazioni che segnano, con i loro chiaroscuri, l’andamento sinuoso della facciata. Questa è conclusa in alto dalla cella campanaria e da una balaustra di finissimo intaglio in calcare tenero lavorato a traforo: eccellente brano d’architettura tardobarocca eseguito dal Capomastro di Avola Benedetto Alessi.
L’interno della Badia, come spesso la chiesa viene definita, presenta navata unica e decorazioni con raffinate cromie e splendidi stucchi, realizzati nel 1777, in linea con la cultura rocaille europea, da Serafino Perollo, artista di origine svizzera stabilitosi a Nicosia. Gli altari e il coro furono disegnati dall’architetto sacerdote Giuseppe Alessi (Avola 1739-1824).
La decorazione parietale della navata è completata, nei riquadri delimitati dalle modanature a stucco, da dodici figure allegoriche femminili dipinte con tempere su intonaco “a secco” e rappresentanti le Virtù Teologali e Cardinali. Sulla volta, con la stessa tecnica e in grandi riquadri, sono in successione raffigurati la Resurrezione, la Carità, la Gloria di Maria con i santi Benedetto, Scolastica e Giuseppe che sconfiggono l’Eresia (opera simile è presente nella chiesa di S. Antonio Abate) e la Fede. La navata, nell’area presbiteriale, è dominata dall’altare maggiore rivestito di marmi policromi e ornato con putti e statue di marmo bianco; sul fondo è la grande tela dell’Annunciazione posta all’interno di una sontuosa cornice lignea barocca. In cima alla lunetta del catino absidale è dipinta la Trinità.
I quattro altari minori della chiesa presentano oli su tela del secolo XVIII, attribuiti al pittore netino Costantino Carasi. Essi raffigurano, sulla sinistra, la Deposizione e la Madonna col Bambino e santi; sulla destra la Gloria di santa Teresa e santa Chiara e la Gloria di san Benedetto.
Accanto all’attuale chiesa della Ss. Annunziata i locali adibiti a monastero, nel 1888, furono ricostruiti su disegno dell’architetto Salvatore Rizza e destinati a pubblica scuola; sull’area adibita a orto si realizzò nel 1895 il Mercato Comunale, oggi Biblioteca della città.
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