Casa Bono
1907
Proprietà privata, non aperto alle visite
Ad Avola, all’inizio del ‘900 e nel campo dell’edilizia, notevole è stato il contributo dato al modernismo siciliano. Ai principi dell’Art-nouveau, in particolare ai decori ispirati alla natura, aderirono anche le maestranze locali. Incrementato dalla crescita economica che vive la città e dall’apertura a Siracusa della “Scuola d’arte applicata all’industria” (diretta dal piemontese Giovanni Fusero), già nel 1907 si costruì, in stile Liberty e su progetto dell’allievo Gaetano Vinci (Avola 1888-1954), la casa di Via Pellico 1. I prospetti della casa, a due piani, sono raccordati da una balconata continua ad angoli smussati, sorretta da mensole scolpite a bassorilievo evocando elementi vegetali. Il primo livello presenta un basamento rivestito da fasce orizzontali che si interrompono in prossimità dei davanzali e delle finestre.
Sul portone dell’unico ingresso, posto su via Pellico, un puttino ridente scolpito sul concio in chiave. Le forme plastiche decorative con richiami ad elementi floreali quali fiori, steli intrecciati, foglie, finemente eseguite, arricchiscono le architravi delle aperture, le mensole del balcone e sono accentuate nell’affaccio principale. Al secondo livello si sviluppa una cornice aggettante la quale assume profilo arcuato in corrispondenza del portone principale. L’edificio è coronato da pilastrini in pietra con ringhiera in ferro che riportano chiari richiami allo stile floreale.
Dopo i rigori stilistici imposti nell’Ottocento dal Neoclassicismo, intagliatori della pietra calcarea iblea e artigiani del ferro, operarono con continuità fino agli anni ’30, realizzando edifici le cui facciate, con un fresco naturalismo, mostrano stipiti, architravi e capitelli ornati da elementi floreali e da figure antropomorfiche. Di rilievo la facciata sita in Piazza Umberto I 23 (Casa Marino), dove naturale dinamismo si coglie nella ringhiera in ferro risolta con il cosiddetto “colpo di frusta” e realizzata nel 1912 dal fabbro di Rosolini, Giuseppe Montalto.
Oltre l’esagono, in Corso Vittorio Emanuele 115, si distingue per raffinatezza di esecuzione, Palazzo Corsico. Vi operarono intagliatori avolesi quali Giuseppe Consiglio, Gaetano Restuccia e Michele Urso. All’interno gli splendidi decori (1920) sono del pittore Raffaele Scalia (Avola 1876-1948).
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