Palazzo Lutri
1693-1702; piano superiore sec. XIX
Proprietà privata – Visite su prenotazione
Nel nuovo sito urbano di Avola, progettato dopo il terremoto del 1693 dall’architetto gesuita Angelo Italia, l’isolato posto nel quartiere di S. Antonio da Padova, tra la Matrice, la Piazza Maggiore (Piazza Umberto I), Strada Corso (Corso Vittorio Emanuele), Strada Ospedale (Via Milano) e Vanella (Vico Buonarroti), fu assegnato al notaio Domenico Ferrauto (†1698), oriundo di Siracusa e dal 1694 tesoriere del Marchesato di Avola.
Nell’esteso lotto si realizzò, per un pronto riparo, una loggia di tavole e si diede inizio alle fabbriche. Nel 1698 risultavano già costruiti un tenimento domorum terraneo con i magazzini di vino, olio e frumento, sei botteghe con affaccio sulla grande piazza adibita a pubblico mercato, sala e camere dotate alla figlia Michela, sposata con Giuseppe Giantomaso di Noto, mentre altre case terrane si stavano completando. A ultimare l’accesso dal Corso con il portico dammusato (coperto da volta a botte) e astraco di sopra (terrazzo), fu Carmela Portuesi, moglie del suddetto notaio Ferrauto. La data 1702 incisa su un architrave dell’atrio indica probabilmente la conclusione di tali lavori.
Il plesso edilizio fu anche ereditato dai figli Preziosa, sposata a Pasquale Modica, barone di San Giovanni da Spaccaforno (Ispica), e Corrado (†1737), il quale, sacerdote, donò la propria quota al nipote Coriolano Modica. Dopo ulteriori passaggi ereditari, nel 1775 ricompose la domus Martino Modica (governatore della città per conto del marchese di Avola Ettore Pignatelli Aragona Cortés), cui subentrò Pasquale Modica II, letterato e membro dell’Accademia dei Pastori Iblei di Avola.
Il barone Pasquale Modica, celibe, nel 1821 lasciò il Tenimento di Case al nipote Francesco Lutri il quale, nato dalla sorella Preziosa e da Guglielmo Lutri di Scicli, fu sindaco di Avola dal 1840 al 1843. Erede fu il figlio Diego Lutri.
La Casa Palazzata, denominata in seguito Palazzo Lutri, nella facciata prospiciente il decumano (Corso Vittorio Emanuele) mostra un balcone del ‘700, pregevolissimo nel suo profilo sinuoso, raro per la presenza di bassorilievi acantiformi posti sotto la lastra calpestabile di pietra calcarea, tra i cagnoli (mensole) di sostegno. Nell’Ottocento, durante l’elevazione del piano superiore, tale balcone venne inglobato nell’elegante portale, risolto in stile neorinascimentale e rivestito da geometriche e sporgenti bugne.
Le “carte d’archivio” informano pure che il pianterreno dell’edificio, dal 1848 al 1867, ospitò la Casa Comunale, prima di essere realizzata nell’attuale sede. La Casa Palazzata, denominata in seguito Palazzo Lutri, nella facciata prospiciente il decumano (Corso Vittorio Emanuele) mostra un balcone del ‘700, pregevolissimo nel suo profilo sinuoso, raro per la presenza di bassorilievi acantiformi posti sotto la lastra calpestabile di pietra calcarea, tra i cagnoli (mensole) di sostegno. Nell’Ottocento, durante l’elevazione del piano superiore, tale balcone venne inglobato nell’elegante portale, risolto in stile neorinascimentale e rivestito da geometriche e sporgenti bugne.
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