Palazzo Sirugo-Alessi

1693 - sec. XVIII; ristrutturato 1902-1912

Proprietà privata.
Non aperto alle visite.

Prospetto di Palazzo Sirugo-Alessi

Don Antonino Sirugo, nel 1684 sindaco nell’antica Avola, apparteneva alla casata di Gentilhomini ed era fratello di Giuseppe (†1690), barone delle Vignazze. Nel 1693, al momento del sisma, deteneva la carica di tesoriere del Marchesato.

Nella planimetria urbana della nuova città, Antonino costruì la sua abitazione in un grande lotto contiguo al sito della chiesa di S. Antonio da Padova: l’affaccio principale, legato al prospetto della chiesa, venne situato sull’ex Strada Corso (Corso Vittorio Emanuele), gli ingressi laterali sull’attuale Via Napoli, Strada Chiesa Matrice (Via Cavour) e Piazza di S. Antonio da Padova (Piazza Vittorio Veneto).

Ad Antonino Sirugo succedette nel 1700 il figlio Giuseppe; sposatosi nel 1712 con Dorotea Astuto di Noto, quest’ultimo ebbe, maritali nomine, il titolo di barone di Meti e Santa Domenica. Sul feudo delli Meti, proprietà dei marchesi di Avola concessa nel 1606 in “enfiteusi perpetua” agli Astuto, dopo il terremoto del 1693 si costruì la nuova città di Noto.

Nel 1734 ereditò beni e titolo il primogenito Antonino (†1784): si deve al suo impegno la definizione del Palazzo, che nel 1761, ancora in vita e clerico, donò al fratello Melchiorre. Una rara immagine dei primi anni del Novecento mostra le ampie finestre del piano terra con i decori barocchi, il portale e la sontuosa ringhiera a petto d’oca della lunga balconata.

Il Palazzo nel 1903 con portale, ringhiera e balconata originari
Palazzo Sirugo-Alessi - Portale d'ingresso principale

Abitarono lo stabile l’erede Corrado (†1822), poi la figlia Dorotea (†1853), sposata a Corrado Interlandi di Caltagirone, principe di Bellaprima. Nel 1843 Dorotea Sirugo Interlandi aveva concesso al Comune di allestire, nell’ampio magazzino della Casa, un Teatro con palcoscenico, sipario e scene, per gli spettacoli da tenersi nel mese di luglio in occasione della festività di S. Venera. L’edificio, inteso u palazzu râ principissa, fu ereditato da Pompeo Interlandi (Caltagirone 1811-Avola 1866). Costui, amico del botanico Giuseppe Bianca, pubblicò nel 1837 Osservazioni geognostiche e geologiche sopra i terreni di Avola, fu deputato nel 1848 al Parlamento siciliano e ristrutturò a sue spese la chiesa di S. Antonio da Padova, attigua alla sua dimora. Privo di eredi, i suoi beni e i titoli li ebbero i discendenti di Anna Maria Sirugo, sorella della madre, sposata a Ispica con il barone Pietro Modica.

Il Palazzo di Avola, nel 1902, fu acquistato dalla famiglia Alessi e lo ebbe Giambattista, che lo ristrutturò, adeguandolo al gusto neoclassico. I pregevoli decori parietali interni con figure allegoriche e motivi floreali dell’Art Nouveau, furono eseguiti nel 1912 dal pittore Alessandro Abate (Catania 1867-1953).

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