Palazzo Modica

1693-inizi sec. XX

Palazzo Modica - Prospetto

Nella nuova pianta della città, progettata dall’architetto gesuita Angelo Italia dopo il terremoto del 1693, il lotto del quartiere S. Venera, dove è ubicato Palazzo Modica, fu assegnato al borgese Corrado Antonino Di Giorgio (Avola 1666-1725). Ricco possidente, egli vi realizzò un tenimento di case in più corpi terrani e membri palazzati con suoi balconi di ferro e scala di pietra con due porticati, uno grande a sud, in stile rinascimentale, e altro piccolo a tramontana.

A ridare unità all’immobile fu il nipote Corrado Di Giorgio (Avola 1749-1799), dottore in legge e sposato alla baronessa Bartolomea de Grandis di Noto. Negli anni settanta del ‘700 egli ristrutturò l’intero plesso e arredò stanze e camerone con maduni di Napoli e mobili in stile rococò; nella Sala degli Studi pose pregevoli opere.

Il Palazzo nel 1805 fu suddiviso tra le figlie Antonia e Marianna. Quest’ultima, sposata a Pasquale Loreto, ricevette la parte di Casa Palazzata che nel 1830 ereditò Saveria, maritata al barone Salvatore Munafò. Questi ricompose l’originaria proprietà che pervenne a Itria, sposata dal 1858 a Michele Modica, barone di San Giovanni da Spaccaforno (Ispica).

Furono i coniugi Modica a soprelevare l’ala dell’edificio posta a destra dell’ingresso principale di Via Marconi e realizzare la grande Sala dei Ricevimenti, decorata, a fine Ottocento, da Gregorio Scalia (San Gregorio di Catania 1844-Avola 1922). Nel 1906 la dimora, denominata ormai Palazzo Modica, entrò in possesso dei due discendenti: Saveria, la quale ricevette la parte settecentesca del piano superiore, ed il cavaliere Antonino – sposato con la cugina Carlotta Modica Nicolaci e proprietario della Tonnara di Vendicari – che ebbe l’ala nuova.

Volta della Sala dei Ricevimenti, affreschi di Gregorio Scalia
Volta della Stanza a Mancè, affresco di Raffaele Scalia

Questa fu ampliata e unita a un nuovo corpo di fabbrica all’interno del baglio, trasformato frattanto in delizioso giardino. La volta della Stanza a mancè del piano superiore fu dipinta, con raffinata eleganza, da Raffaele Scalia (Avola 1876-1948), figlio di Gregorio.

Il complesso edilizio, divenuto tra i salotti più ricercati della città e della provincia di Siracusa, nel 1940 fu ereditato da Giuseppina Modica (1895-1992), figlia di Antonino; nel 1961 la sorella Maria Concetta (1908-1984) acquisì l’ala settecentesca. Le “Signorine Modica” ridiedero così unità al Palazzo, che dal 1986 fa parte del patrimonio del Comune di Avola.

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